10 Ottobre 2024
Cristiani nel mondoFocusScenari

Primo incontro del nuovo padre provinciale Del Riccio con il Consiglio nazionale Cvx

DI MASSIMO GNEZDA

Si è svolto sulla piattaforma Zoom, giovedì 22 aprile, ricorrenza dei voti solenni di Sant’Ignazio e dei primi compagni, il nostro Consiglio nazionale con un unico punto all’ordine del giorno: l’incontro con p. Roberto Del Riccio S.I. il nuovo padre Provinciale della Provincia Euro-Mediterranea (Albania, Italia, Malta e Romania) della Compagnia di Gesù.

Con oltre 140 collegati fra responsabili, assistenti e semplici associati, l’incontro con il nuovo padre provinciale Del Riccio, coordinato da Claudio Meliadò dell’Esecutivo nazionale, è iniziato con un breve momento di preghiera.

Il nuovo provinciale dei gesuiti padre Del Riccio, dopo una sua breve presentazione, ricordando in particolare la sua “vocazione di educatore”, anche come assistente generale dell’Agesci, ha messo subito al centro il tema del rapporto con i giovani.

  • Un tema che incrocia la Cvx, insieme alla formazione delle nuove generazioni, come progetto da portare avanti durante il suo mandato.
  • Il secondo tema riguarda il rapporto fra “gesuiti e non gesuiti, nel progetto apostolico nel servizio al Regno di Dio”. Laici, ma anche religiosi e religiose, sacerdoti diocesani. Per p. Del riccio sarà bene dare una risposta alla domanda “chi collabora con chi?” Chiarire, definire il senso e i termini della collaborazione con la Compagnia di Gesù.
  • Terzo nodo: “la missione apostolica che condividiamo”, a cui si lega il piano apostolico della Provincia, che si trova in una situazione di blocco determinato dalla pandemia.
  • Un ultimo nodo è quello dell’identità ignaziana, quella a cui appartiene mondialmente la Cvx e a cui si collegano le precedenti problematiche. Non si tratta di rivedere i Principi generali, ma di capire come interpretarli e applicarli, alla luce della situazione contingente e nel contesto della Provincia EuM.
P. Del Riccio, precisando che questo primo incontro è solo l’inizio di un dialogo e di un confronto da proseguire nei prossimi mesi, ha lasciato la parola al Consiglio

Il nostro presidente, Romolo Guasco, ha ringraziato il padre provinciale Del Riccio, ricordando che le difficoltà della pandemia sono state affrontate anche dalla Cvx. Questa è riuscita però a progettare e a creare “collegamenti” efficaci in remoto, dagli incontri dell’Esecutivo ai corsi di formazione. Riprendendo la domanda “chi collabora con chi?” del p. Provinciale, ha sottolineato l’importanza di ripartire da un grandissimo dono, da un comune carisma all’interno della Chiesa, “appropriato alle necessità e alla psicologia dell’uomo moderno”.

“Non dobbiamo oscurare questo carisma – ha affermato – ma anzi renderlo più visibile, lavorando ancora di più accanto ai padri gesuiti, cui inevitabilmente si rivolge chi è in ricerca sincera e in difficoltà”.

Possiamo testimoniare il nostro essere “ignaziani”. Uomini e donne di fede nella libertà, non moralisti, non clericali, ma fedeli a un discorso ecclesiale. “Come essere una comunità non chiusa e ferma, ma generativa?” Questa la domanda posta dal nostro presidente, convinto che la Cvx deve essere accanto ai padri gesuiti e al contempo capace di proporre percorsi in autonomia.

Qui si inserisce il tema dei giovani, che ha avuto e ha sul piano associativo l’importante processo di unificazione fra Lega Missionaria Studenti e Cvx

Riteniamo che la loro formazione è un obiettivo condiviso con la Compagnia. Strumento storico sono stati i campi missionari, di formazione e di condivisione, con i tratti tipici della pedagogia ignaziana.

Come “popolo ignaziano”, in Italia come in Europa – ha precisato- vogliamo collaborare con la Compagnia per la formazione, anche grazie al contributo di molti insegnanti ed educatori presenti nelle nostre comunità.

Ha quindi espresso una personale preoccupazione per la Chiesa italiana in una fase di difficoltà, guardando con fiducia alla proposta di papa Francesco di un sinodo a cui la Cvx vorrebbe dare un proprio contributo, anche sul tema della formazione e dei percorsi educativi, sull’impegno socio-politico, ecc.

Abbiamo bisogno – ha concluso Romolo Guasco – come “popolo ignaziano” di stare insieme. L’anno ignaziano potrebbe essere un’importante occasione per un convegno condiviso, per dare un segno alla buona volontà di fare un percorso comune.

È quindi intervenuto Lorenzo Manaresi, voce di un’esperienza locale e delle realtà variegate, nate spesso in contesti e con caratteristiche molto diversi, della Cvx in Italia.

Per Manaresi esiste un “legame reciproco fra Compagnia e Cvx”. O, meglio ancora, una “Solidarietà apostolica della Cvx con la Compagnia di Gesù”. “Due comunità mosse dallo stesso spirito, che guardano nella stessa direzione e condividono le loro esperienze per arricchire mutualmente i loro passi nella via del Signore”, per dirlo con le parole di p. Kolvenbach, all’Assemblea mondiale di Itaici del 1998.

Con questa premessa è possibile comprendere il senso della collaborazione fra Cvx e Compagnia, così come è accaduto in tante occasioni e progetti che si sono concretizzati. Dalle opere sociali alla presenza fattiva nelle diocesi. Siamo nella logica di quanto troviamo – ha ricordato sempre Manaresi – nel Decreto 6 della Congregazione generale 35ᵃ, che approfondisce il tema della collaborazione della Compagnia con gli “altri”.

Manaresi si è posto poi un altro quesito. “Che idea hanno i Gesuiti delle Cvx?” A suo avviso sarebbe opportuno aprire un sondaggio, perché non sempre prevale un “rapporto di amore”. A volte si ha un immaginario sbagliato di una realtà chiusa, spiritualista, elitaria e spocchiosa, frenando purtroppo su ogni possibile collaborazione.

Le Cvx oggi sono caratterizzate da una presenza di famiglie, con una presenza prevalente di adulti, che però si interrogano sul rapporto con le nuove generazioni. Qui ritorna il rapporto con le altre realtà giovanili ignaziane.

È seguito l’intervento di Tiziana Casti, che ha presentato i gemellaggi della Lms in Romania, Perù, Cuba e Kenya e il progetto portato avanti dalla Cvx Europea, Atf (At the Frontiers), che si occupa dell’accoglienza dei migranti in Italia e in particolare a Ragusa, Torino e Reggio Calabria.

“Molti li chiamano campi di volontariato, mentre a me piace – ha precisato – definirli campi di formazione. Perché dopo queste esperienze una persona difficilmente è quella che era prima… I nostri gemellaggi, infatti, ti portano ad aprire un percorso su te stesso, un discorso di relazioni e un cammino di fede attraverso le esperienze di servizio che ci vengono offerte. Tutto questo è possibile grazie alle caratteristiche proprie della LMS”.

Ritornando sulla questione dei rapporti fra le diverse realtà associative ignaziane, che pongono al centro la questione dell’unità e dei passaggi generazionali, Tiziana Casti ha posto alcune domande conclusive che indicano una strada da percorrere:

“Vi è un elemento comune – la nostra spiritualità – che ci invita a essere uomini di Cristo per il mondo. E la mia domanda è sempre la stessa: perché non si trova il modo di camminare insieme facendo fiorire le nostre diversità? Perché non ci guardiamo esattamente come fanno i poveri, con gli occhi dell’opportunità?”

Claudio Meliadò ha infine ridato la parola al padre provinciale Del Riccio per delle prime considerazioni su questo inizio di dialogo e di cammino comune.

Il p. Provinciale ha ringraziato tutti per quanto è stato condiviso e ha espresso il suo entusiasmo perché ci sono tutte le premesse per fare “un bel percorso insieme”.

Peraltro p. Del Riccio ha ricordato la situazione particolare in cui si trova, dopo più di un anno di pandemia, nella necessità di visitare tutte le comunità, a cominciare dai padri gesuiti. Se il “popolo ignaziano” è una catena di fiori, nelle sue realtà diversificate, era necessario iniziare dall’anello che deve rivedere la propria capacità di connessione e di comunanza. Questo vale anche per la connessione con la Cvx, spesso ignorata o vista male, da lontano, che porta al perdurare di incomprensioni.

Il padre provinciale Roberto Del Riccio ha quindi raccolto tutte le indicazioni per continuare la collaborazione con i laici, anche in una logica ben definita di corresponsabilità.

Un’altra questione aperta, a nostro avviso, che presuppone ancora la necessità dell’incontro e di un dialogo permanente. L’anno ignaziano che si sta per aprire potrebbe essere davvero una preziosa occasione per riallacciare tanti fili e progettare insieme il nostro futuro.

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