7 Novembre 2024
Cristiani nel mondoFocus

Tornare pellegrini in Terra Santa

DI FRANCESCO RICCARDI

Dopo la tempesta della pandemia (ovviamente il dopo è una manifestazione di ottimismo, prudente e speranzoso ma pur sempre ottimismo) abbiamo ripreso una consuetudine che è sempre stata cara alla Comunità di Vita Cristiana, il viaggio in Terra Santa come pellegrini sulle strade del Signore.

Una cinquantina di noi, tra la fine di febbraio e la prima settimana di marzo, tra Giudea e Galilea, con incluso un percorso a piedi di un paio di ore nel deserto di Giuda tra Gerusalemme e Gerico:

“Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico” (Lc10,30)

Le tappe del Pellegrinaggio (quelle consuete)

Arrivati a Eretz Israel ci siamo subito diretti a Betlemme e, facendo base qui, i primi giorni sono stati dedicati ad alcuni episodi delle scritture collegati con le località raggiungibili.
Hebron con le memorie dei cicli patriarcali e dell’epopea davidica, Gerico con il suggestivo e fondamentale elemento cristologico delle tentazioni del Signore.
Naturalmente Betlehem stessa, la Basilica della Natività!

Tutto il pellegrinaggio si stagliava sullo sfondo del mistero grande dell’Incarnazione

Alcuni dei più grandi esegeti segnalano la possibilità/probabilità che Gesù sia in realtà nato a Nazareth, che la nascita a Betlehem, come in genere la narrazione dei Vangeli dell’infanzia, sia da considerare un’ouverture eminentemente teologica.

Sarei però prudente in merito

La presenza cristiana devota presso quei luoghi è risalente alle prime generazioni, come testimonia la profanazione operata da Adriano nel 135, ed è continua. Questi due caratteri solitamente depongono per una serietà della tradizione come viene segnalato nelle spiegazioni più accorte.

A Nazareth abbiamo visto un altro luogo capace di fare rientrare l’anima in se stessa.

La Tomba del Giusto

Un sepolcro ignoto, risalente molto probabilmente al I secolo, ritrovato durante scavi di fine ’800 su un luogo noto ab immemorabili con questo appellativo è situato nelle immediate vicinanze del gruppo di case in cui veneriamo la presenza di Maria.
Chi era il “Giusto”? Forse quel Giusto che non permise la fine ignominiosa di Maria, che la protesse e la custodì in segreto?
Forse abbiamo sostato accanto al riposo di questo gigante silenzioso?
Forse.
Non si può avere altro se non una notevole verosimiglianza dell’ipotesi.

Quest’uomo grande e rispettoso si avvicina anche a noi con il suo stile inconfondibile e ci lascia gustare il brivido dell’accostarsi al mistero

Poi, percorrendo le colline e le pianure che vide Gesù, i nostri piedi si sono fermati alle porte di Gerusalemme (Sal 122).
Gerusalemme, unica al mondo con la sua confusione e i suoi drammi umani; gli ultimi intensi giorni del pellegrinaggio.

Pellegrinaggio in Terra Santa
I luoghi che richiamano la presenza di Gesù sono molti; ripenso alla piscina di Siloe, dove il cieco dalla nascita riebbe il dono della luce, come ci racconta Giovanni al capitolo 9, all’area attorno alle rovine del tempio erodiano che spesso era il luogo dell’insegnamento di Gesù.

Ripenso al Monte degli Ulivi, al Getsemani, luoghi che non hanno bisogno di presentazioni.
Ripenso alla Basilica del Santo Sepolcro, dove abbiamo avuto il dono di celebrare l’Eucaristia. Non penso abbia molto senso “descrivere” Gerusalemme e il suo eterno mistero, occorre andarci.
Anche solo camminare in luoghi dove potrebbe aver camminato Lui è un dono, ogni volta me ne rendo conto.
Vicino alla Chiesa di S. Pietro in Gallicantu vi è una scalinata che esisteva già al tempo di Gesù.
Conduce dalla città vecchia alla valle del Cedron oltre la quale si staglia il Monte degli Ulivi, la avrà percorsa durante la notte suprema della Sua vita?

Non credo sia possibile sfuggire a un profondo turbamento toccando la pietra di questa scalinata

Lo stesso turbamento che si prova scendendo in una specie di grotta, abbastanza orribile e probabilmente al tempo di Gesù adibita a prigione, situata nel luogo dove si presume fosse la casa di Caifa, sotto la chiesa attuale di S. Pietro in Gallicantu, dove termina la scalinata.
Sulla parete della grotta alcune croci graffite, a malapena distinguibili, traccia della devozione in questo luogo dove forse Lui soffrì e pregò in solitudine.
Come dicevo non ha molto senso descrivere Gerusalemme, occorre andarci.
Anche una fede vissuta è esposta al rischio di essere “addomesticata” dall’abitudine, dalla ripetizione, può accadere che sbiadisca in qualche misura il carattere sbalorditivo del messaggio cristiano.
Questi luoghi eterni davvero conservano il potere di far sorgere dalle viscere la domanda più sconvolgente: “E se fosse tutto vero?”

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2 pensieri riguardo “Tornare pellegrini in Terra Santa

  • Marialisa Angeli

    Non ho mai desiderato andare in Terra Santa…finora.
    Un racconto lontanissimo dell’arroganza di chi ha solo certezze e che tocca il cuore per la purezza intellettuale e l’amorevole semplicità.
    Grazie

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  • Marialisa Angeli

    Mi scuso ma fatto un errore di ortografia: non “dell'” ma “dall'”!!

    Rispondi

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